Riteniamo che la diffusione di valori culturali e artistici sia basilare per un armonico progresso umano e  sociale. Per questo lo studio sostiene le iniziative del FAI indirizzate alla conservazione, alla valorizzazione e alla promozione del patrimonio artistico e culturale italiano.

“Perché scienza e bellezza sono due aspetti del medesimo impegno. L’arte e il genio delle nostre genti sono state e sono le linee guida per la creazione del bello in ogni campo della bellezza generata e rigenerata dallo spirito” (Frederich Hegel – “Estetica”)

  • CONNESSIONE è favorire l’arte di vivere la sinfonia della vita.
  • SINFONIA è intesa come concordanza di frequenza fra tra un trasmittente e un ricevente, la capacità di vivere in armonia con se stessi e il mondo che ci circonda.
  • ARMONIA è la combinazione di elementi diversi che producono effetti piacevoli ai nostri sensi.

 

L’evoluzione – La nostra storia

Se è vero che l’uomo è stato sempre l’UOMO, non si può certo dire che l’uomo che ha vissuto 1000 anni fa abbia lo stesso modo di pensare, le stesse abitudini e lo stesso modo di vita dell’uomo di oggi. Per Darwin la possibilità dell’evoluzione è data dalla capacità intrinseca nell’uomo e negli altri esseri di adattarsi al grande, multiforme e mutante mondo intorno a loro. Ogni passo evolutivo è sempre frutto di un link, di un collegamento fra passato e presente; ognuno di noi è parte di questo collegamento, così come sono elementi fondamentali che contribuiscono a questo processo evolutivo le persone intorno a noi e l’ambiente in cui viviamo. Il risultato e i vari passi di questa evoluzione sono scritto in quel gran libro che possiamo chiamare STORIA.

La STORIA italiana, anche grazie ai nostri artisti, è scritta e codificata nei loro capolavori che noi abbiamo il dovere di ammirare, curare, conservare e mantenere in piena efficienza affinché essi possiamo ricordare a noi e ai nostri figli chi siamo, da dove veniamo ed avere così la forza e l’energia per andare avanti, per migliorarci e per contribuire al cammino evolutivo dell’UOMO.

Villa Necchi Campiglio è stata costruita dall’architetto Portaluppi negli anni trenta per la famiglia di Necchi che vi ha abitato fino all’anno 2001 quando l’ultimo suo membro è deceduto. Dopo la sua morte la villa è stata ereditata dal FAI – Fondo Ambiente Italiano – che ha iniziato il restauro chiedendo il contributo ai suoi soci milanesi fatalmente innamorati di ogni manifestazione artistica presente nella nostra città.

 

Perché salvare Villa Necchi Campiglio

Grazie al FAI, l’incontro con questa opera ci ha messo in contatto con lo spirito di Portaluppi, con lo spirito dei Necchi e con lo spirito di quel tempo, di quell’atmosfera pregnante e rarefatta che essi hanno saputo creare nella Villa. È un luogo magico nel cuore di una città pulsante che parla di lavoro, che parla di fasti, che parla di vita vissuta nell’arte e con l’arte, che parla di connessione con un mondo che viveva intorno e dentro i suoi abitanti. Portaluppi non ha dato martellate alla sua opera, come Michelangelo al suo Mosè, perché sapeva che la sua villa avrebbe sempre parlato di se e di coloro che vi hanno vissuto la sinfonia della loro esistenza; perché sapeva che tramite essa ci avrebbe trasmesso la capacità di poter godere della nostra esperienza di vita qui ed ora, immersi nel passato e consci della gioia di vivere l’attimo fuggente in tutta la sua pienezza, circondati dall’armonia di cui sono permeate casa e parco.

Noi vogliamo ringraziare Portaluppi, i Necchi e il Fai che ci ha permesso di curare, coccolare e perpetuare una briciola di questa magia.

Parole del FAI per lo Studio Pomara Scibetta in occasione dell’inaugurazione di Villa Necchi Campiglio.

“Il FAI esprime tutta la sua gratitudine a un donatore speciale che, in un’occasione unica quale l’apertura al pubblico di Villa Necchi Campiglio, ha voluto lasciarci una testimonianza emotiva che spiega al meglio il suo generoso gesto. Stiamo parlando di Giuseppe Scibetta, insostituibile amico, da sempre al fianco del FAI che, oltre a supportare un restauro all’interno della Villa milanese, ha voluto ricordare la figura di suo suocero, insigne commercialista, adottando le Sale Polifunzionali del Seminterrato a nome dello studio Pomara Scibetta di cui è titolare. Un gesto che tiene viva la memoria e che rappresenta un esempio virtuoso per l’intera collettività”